Entrare.
Nel petto. Nei chilometri.
La faccia
muta come una terra. Questo cielo allora
di
schiena attaccato durante il sonno
senza
tempo, per ore. Fare l’amore senza il minimo sospetto
che
vento, carezze, maremoti delle braccia incredibili
fanno l’opera,
tengono
aperti i
visi degli amanti, aperti al crollo degli anni
tutti gli
istanti. Ti prego, tieni a mente tu
il
paesaggio scavato di strade, questo volto grande.
***
Restare
visibili. Non lasciare mai
le linee
del volto confondersi fino a che
catrame
sia questo grigio per le strade.
Non meno
morte mi apri tu, se dici
il fulcro
della doratura se la bocca
di notte
apri tu. C’è un albero qui, davanti
alla mia
finestra; qualcosa da su
oggi
piove. Non lasciare mai
questa
tua carne minima; proteggila
resta.
Io voglio
che tu veda
crescere
questo albero.
Tommaso Di Dio,
Favole
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