Felicità



Il travaglio era stato molto lungo e indotto dall'ossitocina, dunque contrazioni fortissime e ravvicinate, per più di 8 ore.
Nonostante il medicinale, la dilatazione non era sufficiente per le dimensioni della bambina, in particolare per la sua testa e poichè qualche giorno prima era morta per una emorragia post-parto una donna nella stessa  clinica, il ginecologo mi assistette tutto il tempo e, pur di non optare per  il cesareo, ogni  2 ore circa interveniva manualmente, durante il picco più alto della contrazione, a posizionare la testa della  neonata nell'utero così da facilitare tutto il processo e ridurre al minimo i rischi per me e per lei.
 Questa è una tipica manovre che sapevano fare i veri medici di una volta o le brave ostretriche, quando si partoriva in casa, senza attrezzature, senza medicinali.
Quando finalmente iniziò la fase espulsiva mi portarono  in sala parto dove due infermiere cominciarono a spingere sul mio ventre con una tale forza e violenza che ero certa non ne sarei uscita viva, ma fui molto brava, molto forte. La mia struttura fisica e il mio passato da "atleta" mi avevano aiutato  a collaborare in maniera eccellente con tutti i medici presenti li dentro che si complimentavano con me: niente panico, niente urla, solo un grido liberatorio quando finalmente  la bambina nacque.
La vidi solo un attimo e poi mi addormentarono perchè ero allo stremo delle forze.
Se  possibile, le ore che seguirono furono  peggio. Avevo avuto bisogno di molti punti, mi sentivo letteralmente squartata, il dolore si intensificava e diveniva insopportabile, avevo febbre  alta e perdevo  sangue. Eppure, ad un certo punto, realizzai cosa fosse successo; in mezzo a quell'inferno io ebbi la sensazione che sarei morta non di dolore ma di gioia, il cuore non avrebbe retto..... letteralmente scoppiava, invaso dalla felicità.
E avvertii anche lucidissimamente che quella felicità non l'avrei mai più provata in vita mia, che si trattava di una dimensione soprannaturale, indicibile, incontenibile.
Quella felicità non lasciava residui.
Era la pienezza della gioia, quella di cui i mistici parlano descrivendo l'esperienza dell'estasi, almeno così  immagino io.
Con gli altri figli non fu lo stesso, logicamente.
Con la seconda mi  invase il panico e fui  talmente poco collaborativa che il medico quasi mi prese a schiaffi.
L'ultimo è nato con il cesareo, Schumann  come sottofondo in sala operatoria, chiacchiere e battute tra me e i medici ecc ecc.
L'unica altra volta che ho provato una sensazione lontanamente paragonabile a questa fu quando per la prima volta ..... mi baciò. Anche quella era certo felicità e lì per lì pensai che ne sarei morta.
 Per l'emozione,  la sorpresa, l'incredulità, cominciai a sudare freddo ed ebbi una  tale stretta allo stomaco  che dovetti fuggire via  poichè non sapevo cosa sarebbe potuto accadere, avevo paura  di perdere i sensi o peggio vomitare, talmente violenta era quella sensazione.
Dopo di che sono sicura di essere stata felice più di una volta, peccato che non me ne ricordi.......

Nessun commento:

Posta un commento